Le categorie di oli d’oliva
Non tutto l’olio d’oliva è uguale. Anzi, occorre imparare a distinguerlo bene, perché a ogni tipologia corrispondono valori che ne influenzano purezza e qualità.

L’Unione Europea, ha promosso una classificazione degli oli d’oliva secondo parametri rigorosi per salvaguardare l’elevato valore merceologico dell’olio d’oliva europeo e impedirne commistioni con oli di minor valore commerciale, come quelli di sansa e di semi, garantendo al contempo il consumatore dai pericoli di truffe e di sofisticazioni.

La classificazione è stabilita e contenuta nel regolamento n. 2568/91 modificato dal regolamento di esecuzione (UE) 2019/1604 della Commissione per garantire l'applicazione a livello dell'Unione delle più recenti norme internazionali stabilite dal COI e determina:

  • le caratteristiche fisico-chimiche, quali il livello di acidità, l'indice di perossido, per stabilire lo stato ossidativo di un prodotto, la composizione degli acidi grassi e di altri componenti chimici;
  • le caratteristiche organolettiche (sensoriali), quali il fruttato e l'assenza di difetti (gusto, colore, odore, tatto), che dipendono da vari fattori come il tipo di oliva, il suolo, le condizioni climatiche, la data di raccolta delle olive.
Livelli e quantità di questi indicatori suddividono l’olio d’oliva in:

olio di oliva vergine

Esistono tre diverse categorie di oli d’oliva vergini:

  • l'olio extra vergine d’oliva, la categoria con la migliore qualità. Dal punto di vista organolettico non presenta difetti ed è fruttato. Il suo livello di acidità non deve superare lo 0,8%;
  • l'olio d’oliva vergine, può presentare alcuni leggeri difetti sensoriali, ma ad un livello molto basso. Il suo livello di acidità non deve superare il 2%;
  • l'olio d’oliva lampante è un olio d’oliva vergine di qualità inferiore, con un'acidità superiore al 2%, senza caratteristiche fruttate e difetti sensoriali sostanziali. Non è destinato ad essere commercializzato nella fase della vendita al dettaglio. È raffinato o usato a fini industriali.


L'etichettatura deve menzionare il nome della categoria e le sue caratteristiche specifiche.
Altre categorie di olio d’oliva:

  • l'olio d’oliva raffinato è il prodotto ottenuto dopo la raffinazione di un olio d’oliva vergine difettoso (per es. l'olio d’oliva lampante). Non è destinato a essere commercializzato nella fase della vendita al dettaglio. Ha un grado di acidità fino allo 0,3%;
  • l'olio d’oliva costituito da olio d’oliva raffinato e da oli d’oliva vergini, è un olio ottenuto dal taglio di olio d’oliva raffinato con oli d’oliva extra vergini e/o vergini. Ha un grado di acidità fino all'1 %;
  • l’olio di sansa d’oliva greggio - la sansa d’oliva è la pasta residua ottenuta dopo la spremitura dell'olio dalle olive. L'olio ottenuto da tale pasta è denominato olio di sansa d’oliva greggio;
  • l’olio di sansa d’oliva raffinato - l'olio di sansa d’oliva greggio può essere raffinato e mescolato con oli d’oliva vergini. Il risultato della miscela è denominato olio sansa d’oliva raffinato. Il suo grado di acidità può raggiungere l'1%


Non tutte le categorie possono essere vendute ai consumatori. Si possono acquistare direttamente al dettaglio solo l’olio extravergine d’oliva, l’olio d’oliva vergine, l’olio d’oliva composto di olio d’oliva raffinato e di oli d’oliva vergini e olio di sansa d’oliva.

Proprio questa rigida suddivisione in categorie permette al consumatore di orientarsi tra i tanti diversi tipi di olio in commercio, per arrivare ad una scelta consapevole che prediliga la qualità e la corretta rispondenza ai propri gusti e alle proprie esigenze.
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