La Storia
L’Olio d’oliva europeo, un elisir antico che custodisce il calore del sole del mitico bacino del Mediterraneo.

Da sempre simbolo di pace, fratellanza e prosperità, l’ulivo è la pianta che, più di ogni altra nella storia dell’umanità, ha assunto in sé significati e risonanze di sacralità e magia.

La storia dell’antico ulivo si intreccia, come le sue profonde radici, a miti e leggende lontani: un viaggio che ha bisogno di riportare indietro le lancette dell’eternità, per ritrovare gli inizi di un condiviso patrimonio che unisce popoli e culture.

Affonda nei millenni la sua forza simbolica; è scolpita nel suo tronco la fiducia che l’uomo ha riposto nei suoi frutti: una storia di dedizione, di amore per le cose buone e sane, di tempo e di paziente attenzione.

Un affascinante racconto racchiuso in un estratto che sprigiona la luce della sua stessa storia.

L’uomo comprende sin dal VI millennio a.C. le potenzialità della sacra pianta. E quando non vuole più affidarsi solo alla pesca e alla caccia per cibarsi, scopre il piacere della “cura”, crede nelle proprie possibilità ed instaura il suo primo legame con la terra. La lavora per riaverne frutti, inizia a guardare con interesse le piante che nascono spontanee per impararne il ciclo di vita e scoprirne i segreti.
È qui che l’Ulivo si lega all’uomo.
Un legame che non si sarebbe mai più reciso.
Un cespuglio selvatico, un albero dai piccoli frutti con un grande nocciolo. La polpa è scarna ma gustosa, ricca e densa. Promette grandi cose: quel primo succo sarà il primo olio della storia.

L’esordio di una narrazione avvincente, fatta di gusto, piacere, scoperta e progresso.

Quel nettare ha molti poteri: le ferite dei valorosi cacciatori guariscono velocemente, il dolore si affievolisce con il calore che ne sprigiona, i muscoli – che devono essere forti e sani per combattere e guerreggiare – ritornano tonici sotto l’influsso del primo olio che l’umanità abbia conosciuto.

Armenia, Palestina, Siria e Creta sono indicati dalle fonti come i luoghi di origine della olivicoltura. Il re David faceva controllare le piantagioni dalle guardie e Salomone pagava in olio i carpentieri che avevano realizzato l’impresa del Tempio di Gerusalemme. Furono, quindi, i vicini Filistei ad usare per primi l’olio per illuminare le abitazioni e per creare benefiche pozioni curative.

L’archeologia conferma teorie e studi: una campagna guidata da David Eitham rivelò negli anni Ottanta un grande impianto del 1000 a.C. a Tel Mique Akron, vicino Tel Aviv. Una filiera completa di attrezzi noti, come macine, fiscoli e presse che produceva ogni anno fino a 2000 tonnellate di olio.

E se la pianta d’ulivo merita un posto di primo piano nei testi sacri - nella Genesi, la colomba porta un ramoscello d’ulivo nel becco per annunciare una nuova Alleanza tra gli uomini e Dio,
Omero, il primo cantastorie
del Mediterraneo, diede all’olio d’oliva
l’appellativo di “Oro liquido”.
i Romani lo usarono come unguento per curare malanni e ferite, gli Ebrei per rendere inattaccabili i propri Re e i Cristiani per i propri riti sacri, crisma che lega il Cielo alla Terra e la vita alla morte.

Le prime tracce di classificazione dell’olio risalgono ai tempi dei romani. Nell’Urbe, considerati la maturazione e il periodo di raccolta, il prodotto veniva suddiviso in tre categorie:

  • oleum acerbum o aestivum: ricavato dalla spremitura delle olive cadute in estate;
  • oleum omphacium: prodotto con i frutti colti in novembre e dicembre;
  • cibarium o maturum o romanicum: ottenuto prolungando la raccolta sino a gennaio/marzo.

Enorme era l’importanza dell’olio di oliva per Roma, tanto da far introdurre la produzione di olive anche nelle più remote province dell’Impero.

Una testimonianza storica e archeologica del rilievo che il traffico dell’olio aveva a Roma si trova nell’antico quartiere romano “Testaccio”. Qui era ubicato l’antico porto fluviale Emporium, dove giungevano i carichi di anfore che, una volta svuotate, venivano rotte e depositate: la mole di questi contenitori era tale da aver formato una collina, denominata il “monte dei cocci”. Nasce in questo contesto l’esigenza di “etichettare” i prodotti messi in commercio: proprio qui, infatti, sono state rinvenute le tracce della prima etichetta per l’olio di oliva. Una delle aree deputate alla vendita del prezioso estratto, nell’antica Roma, era il Velabro, vicino al fiume Tevere, dove sorge il tempio dedicato ad Ercole Olivario, patrono degli oleari. L’edificio fu voluto dal commerciante di olio d’età repubblicana Marcus Octavius Herrenus che, alla fine del II sec. a.C., si arricchì proprio grazie a questo pregiato prodotto.

La storia dell’olio è storia di progresso: tra il 700 e il 600 a.C. la pianta arrivò nella Francia del Sud.

Dal Rinascimento il Mediterraneo diviene il primo centro di produzione del migliore olio del mondo, grazie alle cultivar selezionate lungo i millenni e alle tecniche sempre più raffinate perché l’olio fosse la pura quintessenza della sacra pianta.

Questa storia millenaria, carica di fascino, si conserva, palpita, vive, ancora oggi, nell’olio europeo - prodotto con le migliori cultivar e trasformato con la cura e l’attenzione tramandati nei secoli.


Stampa del 1829
Il contenuto della presente campagna promozionale rappresenta soltanto l’opinione dell’autore che se ne assume la responsabilità esclusiva.
La Commissione europea non accetta alcuna responsabilità per qualsiasi utilizzo che possa essere fatto delle informazioni ivi contenute.