L’olivo millenario di Canneto Sabino: una meraviglia della natura

La legge italiana ha stabilito i criteri generali per la definizione degli alberi monumentali con la Legge 10 del 14 gennaio 2013 Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, la quale tra l'altro stabilisce l'obbligatorietà per ogni comune di censire i propri alberi monumentali.

L'Olivo di Canneto Sabino, frazione in provincia di Rieti nel Lazio (IT), è senz’altro uno degli alberi monumentali da conoscere, in quanto testimonianza vivente non solo della forza della natura, ma anche della vocazione millenaria della Sabina alla produzione di olio d'oliva.

Una storia che affonda le sue radici nel mito, tanto che la “leggenda narra che sia stato piantato addirittura dal Sabino Numa Pompilio, Re Di Roma dal 715 a.C. fino al 673 a.C., ma per questo maestoso esemplare della varietà autoctona Olivastrone,  la stima più ragionevole sembra datare la pianta ad un millennio circa d'età, collocandone la piantagione alla grande campagna di bonifica delle zone di Canneto, da parte dei monaci benedettini di Farfa, i quali proprio intorno al Mille, avrebbero collocato nell'area un presidio, di cui oggi resta traccia nella casa Tanteri e nella attigua cappella della Madonna della Neve”.

Che questo territorio italiano fosse, sin dall’antichità, votato alla coltivazione dell’olivo e alla produzione di olio di alta qualità, è una verità storica che si ritrova in numerosi documenti antichi testimoniano la tradizionale coltivazione dell'olivo in Sabina.

A testimoniarlo è anche l’archeologia: il ritrovamento archeologico della fiaschetta di Poggio Sommavilla fatta risalire al VII secolo a.c., conservata al Museum of fine arts di Boston, oltre ad essere il più antico esempio di scrittura Sabina di epoca pre-romana, è anche la testimonianza della cultura olivicola della zona in quanto al suo interno sono state trovate tracce di olio d'oliva.

Claudio Galeno (129 d.C. – 216 d.C.) padre della moderna farmacopea definì l'olio della Sabina come "il migliore del mondo conosciuto".

L'olivone è alto circa quindici metri con una circonferenza del tronco, a 1 metro da terra, di 7,2 metri per un diametro della chioma di circa 30 metri. Alla base del tronco si apre una cavità che penetra sino al cuore delle sue radici svuotandolo all'interno e generando una vera caverna.

Secondo antiche testimonianze la produzione era di 12 quintali di olive con una resa di 150 chili di olio pari ad una "soma" (antica misura). La produzione attuale è inferiore perché la potatura cui la pianta viene sottoposta è più orientata a curarne l'estetica che la produttività.

25 giugno 2021

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